In testa si può mettere tutto: cappelli, berretti curiosi, anche strane idee.
Senza eccezioni, sempre, con eleganza e mistero.
PARTE SECONDA
I cappelli hanno una storia altrettanto affascinante e articolata. Come i berretti sono stati usati per proteggersi dagli elementi, dai colpi in battaglia, per motivi religiosi, cerimoniali e infine come accessorio alla moda. I primi, rigidi cappelli conici, risalgono al 2000 a. C., un altro modello è il “petaso”: grande cappello di paglia rotondo con tesa larga usato da contadini e pastori greci. I romani lo consideravano un oggetto esotico e lo riservavano agli dei e agli eroi preferendo mettere sulla testa un lembo della toga. Un mantello con il cappuccio, invece, era sempre usato per viaggiare e indossato in modo regolare dal popolo. Dal XIV secolo del cappello ne fu fatto un uso prettamente decorativo, ma sarà solo dopo la rivoluzione francese che diventerà l’accessorio simbolo della moda.
CAPPELLO DI PAGLIA
La paglia è stata uno dei primi materiali a essere usato e la città di Signa fu la più importante produttrice: una particolare varietà di frumento, chiamato marzuolo, era seminato fitto in modo da forzare gli steli a crescere fini e dritti. È il cappello di Van Gogh che usava tanto di giorno quanto di notte, utilizzando la tesa come appoggio per le candele.


TRICORNO
La caratteristica del tricorno (fr. tricorne, sp. tricornio, ingl. cocked hat) è la tesa rialzata sui lati a formare un triangolo attorno alla cupola. Ad uso militare e civile, era indossato da uomini e donne. È il cappello di due maschere della Commedia dell’Arte: Cassandro e Gianduja. Io l’ho messo in testa ad Arlecchino.



BICORNO
Il bicorno, secondo il primo modo di indossarlo, aveva le punte rivolte verso il fronte e il retro e sull’estremità frontale era apposta una coccarda. Napoleone, invece, lo ruotò: le punte rimanevano perpendicolari alle spalle e la coccarda finì sul lato sinistro. È il cappello delle maschere della Commedia dell’Arte: Rugantino, Stenterello e in alcuni ritratti di Arlecchino, anche se, va precisato, il costume originario ha un cappello floscio con attaccato un codino di coniglio.
Prima di Napoleone.


Dopo Napoleone.


CILINDRO
Cupola alta con lati leggermente curvi, parte superiore piatta e tesa arricciata sui bordi laterali. È il cappello di uno dei personaggi a fumetti più famoso di sempre: Mandrake il mago.


TUBA
Come il cilindro, ma più alto, è stato sinonimo di eleganza per tutto il XIX secolo. È il cappello di Giuseppe Verdi nel famoso ritratto a pastello di Giovanni Boldini (1886, Roma, Galleria nazionale d’arte moderna), ma anche il copricapo del papero più ricco del mondo: Paperon de’ Paperoni.


CERVONE
Cappello a cono con guarnizione e tesa larga. È indossato da contadini, pastori e briganti, di cui divenne simbolo e per questo vietato l’uso pena l’arresto.

BOMBETTA
È stata un simbolo per più di un secolo. È il cappello di Stan Laurel e Oliver Hardy, Charlie Chaplin, Totò, Alex, protagonista del romanzo di Anthony Burgess “Arancia meccanica” (1962) e dell’omonimo film (1971) diretto da Stanley Kubrick. È la protagonista in molti dipinti di René Magritte.


FEDORA
Di feltro soffice, la cupola è pizzicottata al fronte da entrambi i lati e infossata la parte superiore; la tesa è di dimensioni medie e la guarnizione consiste in un nastro con un elegante fiocco. È il cappello di John Belushi e Dan Aykroyd nel film “The Blues Brothers” (1980), “Indiana Jones” e di Edward Hopper nel suo autoritratto.

HOMBURG
In Italia chiamato Lobbia, è un cappello semirigido di feltro, cupola infossata e tesa larga e arricciata. È il cappello di Michael Corleone, il protagonista del romanzo di Mario Puzo “Il padrino” (1969) e dell’omonimo film (1972) del regista Francis Ford Coppola.

PAGLIETTA
Chiamato anche cappello alla canottiera (fr. canotier, ingl. boater), è un copricapo di paglia con cupola dritta, piatta e guarnizione. La tesa è rigida e corta. È uno dei cappelli di paglia indossato all’arrivo dell’estate e per questo motivo prende il nome di “magiostrina”. È indossato da molti personaggi ritratti in grandi capolavori Impressionisti.

TAMBURELLO
(Ingl. pillbox hat.) Ha una cupola circolare e piatta o leggermente arrotondata, lati dritti e senza tesa. Bob Dylan lo fa oggetto di scherno nella canzone “Leopard-Skin Pill-Box Hat” contenuta nel doppio album “Blonde on Blonde” (1966). È il preferito di Jacqueline Kennedy.

CLOCHE
Cappello da donna a forma di campana realizzato con vari materiali per l’uso sia estivo che invernale e per tutte le occasioni. La tesa frontale può essere bassa o alta. La guarnizione va dal semplice nastro con fiocco, ai fiori, perline, spille e altro.

PORK PIE
Cupola bassa e rotonda, talvolta telescopica, cima piatta e tesa stretta e arricciata. Guarnizione che può essere di colori diversi. È il cappello di Buster Keaton.


TRILBY
Come il fedora, ma la tesa è più stretta: leggermente inclinata verso il basso nella parte anteriore e alzata nella parte posteriore. Non conoscendo un ritratto o un autoritratto con trilby, vi mostro il mio – non famoso, ma lo sarà!

PAMELA
Cappello, di solito in paglia, con cupola arrotondata e guarnizione, tesa molto larga e semirigida. A volte decorato con fiori, può essere fornito di nastri per essere legato sotto il mento.

PANAMA
Intrecciato con le foglie della palma toquilla, ne esistono diverse varianti, ma sempre leggero e con tesa larga. È il cappello dei cercatori d’oro.

SOMBRERO
Cupola a cono, tesa molto larga e arricciata. È il cappello di Pancho Villa e dei mariachi; per me, è soprattutto il cappello di Speedy Gonzales – Ándale! Ándale!

CAPPELLO DA BOSCAGLIA
Copricapo australiano in pelle (ingl. bush hat), ma soprattutto è il cappello di Mr. Crocodile Dundee.

CAPPELLO DA BAMBOLA
Come suggerisce il nome potrebbe essere indossato da una bambola. È un cappello in miniatura nato come accessorio decorativo per pettinature elaborate o per capi sicuri di sé.



CORDOBÉS
È il cappello di Don Diego de la Vega, in arte Zorro.

CAPPELLO DA COCKTAIL
Realizzati su una base visibile, sono senza tesa e non coprono completamente la testa. Solitamente sono impreziositi da velette, piume, fiori e nastri.

FASCINATOR
Decorazione per capelli fatta con piume, fiocchi, fiori, nastri e retine, fissate a una fascia, un cerchietto o una clip.

HATINATOR
Copricapo che combina le caratteristiche di un cappello e di un fascinator, da cui prende anche il modo di fissaggio.

BIZZARRE FANTASIE
Stravaganti, capricciose e improvvisate.










I personaggi reali e di fantasia fanno parte del mio retaggio e spero siano di ispirazione anche per chi leggerà queste pagine. Nel circo, nel teatro e nel mondo dello spettacolo lavorano persone da tutto il mondo, in questo articolo lo abbiamo girato indossando berretti e cappelli, che tanto mostrano quanto celano.
Chapeau!
FINE PARTE SECONDA
(Forse ce ne sarà una terza, chissà)
