mito, folclore e storia di Arlecchino
Mostra personale di
SILVIO SANGIORGI
con il Patrocinio del
Comune di Priverno (LT)
Città d’Arte
dall’8 al 14 febbraio 2024
Portici Comunali
“Paolo Di Pietro”
Inaugurazione
giovedì 8 febbraio
ore 18:00
ORARI
TUTTI I GIORNI
9:30-12:30 e 15:30-19:00
Arlecchino di ventura
mito, folclore e storia di Arlecchino
di Silvio Sangiorgi
Parigi, carnevale 1584. Arlequin? Ouais, c’est moi. Così ci avrebbe risposto il primo Arlecchino, Tristano Martinelli, che adotta quel nome antico, Arlechin, rielaborando tradizioni vive e ben sentite da quei popoli europei, un ricco patrimonio folcloristico abitato da fantasmi, demoni, apparizioni notturne di comitive infernali, che riconoscono subito a dispetto dei tratti storpiati dalla farsa. Ma non si ferma lì, insieme con la sua compagnia cavalca l’onda dello scandalo mettendo in scena cortigiane, stregoni, ladri, vecchi lussuriosi, prepotenti e poveri diavoli, che non cantano miti o ideali, ma piccole soddisfazioni e grandi miserie, sembrando così disperati da suscitare più benevolenza che disprezzo.
Arlecchino ha due anime: quella dello Zani (storpiatura del nome Giovanni), rozzo, boccaccesco e alla continua ricerca della soddisfazione dei suoi istinti primordiali; e una diabolica farsesca abile in sotterfugi, inganni, imbrogli e abitudini amorali. È vestito con un costume attillato che rende visibile la muscolatura, il tremito della pelle prima del balzo acrobatico. Camicia e calzoni sono di colore bianco e hanno qui e là toppe colorate, un berretto floscio o una calotta, una cintura alla quale sono attaccati il batocio (bastone che si usa per girare la polenta) che afferra per menare botte anche se sono più le volte che le prende e la scarsella (borsa). Le scarpette sono leggere come quelle dei danzatori. Discussa è la maschera: secondo alcuni non la indossa, usando un trucco scuro che lo copre dalla fronte agli zigomi, lasciando la bocca e il mento naturali; altri sostengono che sia di cuoio o cartone cerato con due piccoli fori rotondi per gli occhi, zigomi molto pronunciati, naso schiacciato da scimmione, barbetta ispida e una protuberanza sulla fronte in memoria delle corna da diavolo. Il suo ruolo è quello dello Zani in seconda, servitore a volte, ma più spesso libero da vincoli interpreta parti diverse restando sempre con il suo costume o con una parte di esso sempre visibile. È allegro, un po’ sempliciotto ma anche astuto, si dispera e consola con facilità e ostacola sempre i piani del suo padrone causando disastrosi incidenti che trovano soluzione all’ultimo minuto.
Le origini di questo personaggio sono antichissime: il nome, il costume, la maschera e il carattere sono arrivati a noi da un passato che da una parte ha consolidato la creatura, ma dall’altra ha cancellato il suo creatore, divenendo leggendario, diventando Arlecchino.
EVENTI IN CONCOMITANZA
Sabato 10 febbraio alle ore 17:00 lo scrittore Salvatore Di Gigli presenterà il suo romanzo “Corruzione fatale“, Edizioni Efesto.
Valerio Ottaviani è anziano. È alla fine della sua carriera e, anche se non vorrebbe, sta per andare in pensione. Non vorrebbe perché si sente ancora in grado di dare molto nel suo lavoro, ma il suo cuore malandato lo induce a prendersi finalmente cura di se stesso in maniera prioritaria.
E poi c’è il fatto che ultimamente il suo lavoro, Project Manager di un’importante azienda di costruzioni, gli sta procurando più di qualche preoccupazione. Gli appalti che segue sono multimilionari e, dove ci sono molti soldi, c’è sempre chi se ne vuole approfittare. Ultimamente è sfiorato sempre più da vicino da affari non proprio puliti, pericolosamente vicino. Troppo vicino. Tanto da diventare un testimone pericoloso.
E allora la macchina distruttrice si mette in moto, tanto da condannarlo a morte. Valerio deve morire da suicida, prendersi la colpa delle malversazioni e salvare i veri responsabili.
Le cose però non vanno come il sicario incaricato all’esecuzione aveva previsto. Il cuore di Valerio cede prima ancora che l’assassino porti a compimento il suo compito, costringendolo a improvvisare e mettere in scena una situazione pasticciata e poco credibile.
La coppia Villanova-Di Capua non crede affatto al suicidio di un project manager di una importante società operante negli appalti pubblici, tanto che inizia a indagare per venire a capo di quella morte sospetta, scoperchiando un vaso di Pandora dal quale emergono prove di corruzione, concussione e corruttele varie che portano alla luce un malaffare di milioni di euro.
Durante le indagini, proprio a causa di queste, la lista dei morti si allunga, rendendo sempre più pressante l’azione investigativa.
Dopo aver risolto brillantemente uno spinoso caso di pedofilia tra il clero (L’innocenza depredata), un terribile caso legato alla droga e alla xenofobia razzista (Il delfino d’oro), questa volta il Sostituto Procuratore Renata Villanova l’ispettore Ernesto Di Capua si trovano a fronteggiare un pesante caso di corruzione nell’ambito degli appalti pubblici, tra politici ambiziosi e senza scrupoli, capitani d’industria famelici, funzionari pubblici avidi e donne bellissime, tra cui una femme fatale disposta a tutto.
L’indagine sarà lunga e accurata, ma alla fine i nostri sapranno trovare il bandolo di una matassa decisamente intricata.
Domenica 11 febbraio ore 17:00 il poeta Antonio Veneziani presenterà la sua raccolta di poesie “Talismani“, Via Ozanam Edizioni.
È un poemetto d’amore come molta della produzione di Antonio Veneziani.
Amico di poeti, scrittori, pittori e musicisti, di lui Dario Bellezza disse: “La sua presenza nel mondo è una presenza discreta, talvolta rabbiosa, sempre discontinua, alla ricerca perenne di una ragione di vivere.” E “Talismani” lo dimostra a detta di vari critici tra cui Alessandro Moscè.
Lunedì 12 febbraio ore 17:00 lo scrittore Alessandro Leonoro presenterà il suo romanzo “Una donna normale“.
Questa seconda edizione di “Una donna normale”, ampliata e illustrata, è stata arricchita in ogni sua parte portando le personalità dei personaggi a un livello superiore, non solo nell’intensità delle storie vissute, ma anche al di fuori dei luoghi dove la vicenda si svolge, tant’è che i fatti narrati potrebbero accadere in qualunque luogo, città o piccolo paese che sia.
L’idea fondante resta l’amore: sentimento messo più volte alla prova dalle vicissitudini quotidiane delle due amiche; affabile e affidabile come quello tra Luca e Francesca; malato come quello di Marcello che come tutti gli stupratori non hanno alcuna cognizione e consapevolezza, abbandonando pensiero e ragione lasciandosi andare agli istinti più infimi e viscidi. È questa la parte del racconto che ha ricevuto le maggiori attenzioni, toccante e antalgico finale della vita sregolata di Marcello.
Le vite che si muovono dentro queste pagine non trovano tutte una conclusione, restano sospese nei loro anni migliori, come le vuole ricordare lo scrittore Alessandro Leonoro.
Alcune opere in mostra
INFO
Portici Comunali “Paolo Di Pietro” Priverno (Latina)
Tel. : +39 0773 912512
info@comune.priverno.latina.it
www.comune.priverno.latina.it
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